Costantino Spada (Sassari 1922 -1975). Già dal 1938 a Sassari inizia a farsi sentire la presenza delle personalità artistiche non solo di Spada ma anche del dorgalese Pietro Mele, Giuseppe Magnani e Fernando Clemente.
Il suo percorso artistico inizia nel 1949 a Venezia quando prende parte ad una collettiva di artisti.
Spada stringe una forte amicizia con Libero Meledina (di cui troviamo un Paesaggio sassarese esposto nella stessa sala del Museo) e condividono almeno inizialmente le scelte artistiche. Verso la fine degli anni trenta si allontanano dal rigido e freddo accademismo e rivendicano un linguaggio pittorico che si allontana dalle prestabilite formule scolastiche. Spada e Meledina rielaborano la lezione di Filippo Figari, il colorismo espressionistico dato da tocchi di colore accesi, come lo stile del Van Gogh che tanto ammirano. Costantino Spada fu effettivamente scoperto da Filippo Figari durante l’apprendistato di Spada nella bottega del decoratore Giovanni Pulli.
Lo stile pittorico di Spada si elabora attraverso lo studio oltre che di Figari anche di S.Dessy. Nella sua pittura troviamo tutti gli elementi caratterizzanti la scuola sassarese, ovvero, la potenza espressiva del colore, le composizioni costruite secondo una solida prospettiva e guidate dalla vena realistica.
Verso la fine degli anni quaranta notiamo un cambiamento nel percorso artistico di Spada, cambiamento influenzato dalle esperienze neocubiste che investono i movimenti europei, legati anche da un impegno politico forte, che vede nella figura di Picasso l’esempio più nobile. In questo periodo di transizione e cambiamento svolse un ruolo fondamentale Mauro Manca, artista dei più innovatori che il nostro secolo abbia conosciuto in terra sarda.
Da non sottovalutare le opere di arte Sacra di Costantino Spada, che rappresentano una produzione molto importante e valida, tra l’altro sempre presente in tutto il suo operare artistico. Lo troviamo attivo nell’esecuzione degli affreschi per le chiese di San Donato, San Sisto, San Giuseppe. L’opera più grandiosa ed interessante resta però la “Via Crucis” mosaicata eseguita lungo le pareti della Chiesa del Sacro Cuore a Sassari.
L’opera conservata al Museo di Atzara è caratterizzata stilisticamente da grandi pennellate di forti colori, che delineano la preziosa forma della modella, illuminando l’incarnato, con il prezioso sfondo rosso. Tutta la rappresentazione è trattata in modo quasi espressionistico, ma con una particolare attenzione alle forme ed alle proporzioni che sempre rimangono equilibrate.