Medda

Giovanni Antonio Medda, (Nuoro, 1964) in arte Mejan, si diploma alla scuola d’arte di Cagliari e vive tra la Sardegna e Roma. Sue opere sono esposte in importanti pinacoteche e musei pubblici della Sardegna, nonché nelle collezioni di primari istituti di credito privati. Le sue opere propongono un nuovo modo di esprimere quella sardità che ha rappresentato la costante della pittura sarda dei primi del 900. Fortemente innovativa l’opera presente in collezione al Museo dal titolo “Is Zappulus da bistiri” è un olio su tela del 2012. L’opera ha attirato l’attenzione della storica dell’arte Marzia Marino << L’artista sembra guidato da una tendenza astratta e razionale che mira a concettualizzare la percezione, a schematizzare e a strutturare l’immagine per mezzo di un gioco di linee che corrono parallele o si incrociano e si incontrano in varie angolazioni, in geometrismi puri e multipli entro cui il colore, olio e smalto, si distende in zone piatte. I fili, materia pittorica o tessuto, percorrono l’opera; sono lo strumento attraverso il quale le toppe possono essere ricucite, sono la memoria che fluisce, la visualizzazione di tensioni di sentimenti ed emozioni. Coscienza estetica ed etica. Povertà, fame, miseria e subalternità culturale, quella dei Sardi. Ma anche ricchezza, l’oro e l’argento tessuti tra i colori splendenti delle trame degli abiti, immagine ancestrale di quella bellezza ed eleganza che proprio ad Atzara, all’inizio del secolo scorso, catturò l’attenzione e valse l’ammirazione del pittore spagnolo Antonio Ortiz Echagüe al quale il Museo è intitolato

 

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